6,5 milhões no altar: não é crime mas é pecado


A modéstia já conheceu melhores dias. De acordo com o Catecismo da Igreja Católica a modéstia seria um dos “doze frutos do Espírito Santo”.


Colhida em 10º lugar só por uma unha negra é que alcança o Top 10. Já São Tomás de Aquino teve de se esforçar para autonomizar a modéstia como virtude, separando-a da temperança, que tendia a consumi-la, procurou dar-lhe uma dimensão interior e não um mero exteriorizar de acções, no domínio da concupiscência e dos prazeres tácteis, as paixões menores segundo o Doctor Angelicus (Summa Theologiae, II-II respostas à quaestio 160, artº 1º, objectio 2).

A imodéstia é hoje um sinal dos tempos, fruto do império do vazio. Dos cruzamentos entre a política e a religião brota facilmente a idolatria. À escala da Lusitânia contemporânea o cruzamento entre o poder autárquico e a religião católica surge betonizado, num brutalismo arquitectónico que representa naturalisticamente os primeiros cidadãos, os empreiteiros e construtores civis, e os seus eleitos.

A Igreja Católica tem, ao longo dos tempos, feito a pedagogia da modéstia, dirigindo-a frequentemente às mulheres. Mas muita dessa pedagogia poderá reflexivamente valer para a Igreja Católica, nem que seja por respeito à flexão de género. Aqui se deixa, com gosto, um exemplo então motivado pela celebração de São Francisco de Assis: “Per la verità, due sono oggi le passioni predominanti in questa incredibile perversità di costumi, l’amore sconfinato delle ricchezze e un’insaziabile sete di piaceri. Da qui la vergogna e il disonore del nostro secolo, il quale, mentre fa continui progressi in ciò che appartiene ai comodi ed ai conforti della vita, per quanto riguarda il dovere di vivere onestamente — il che ben più importa — pare che voglia ritornare a gran passi verso la corruzione del paganesimo. In realtà, quanto più gli uomini perdono di vista i beni eterni che sono loro preparati nei cieli, tanto più sono attratti verso i caduchi; e una volta che si siano vilmente incurvati verso la terra, facilmente si intorpidisce in essi ogni virtù: così che nauseati di tutto ciò che sa di spirituale, non agognano che l’ebbrezza dei volgari piaceri. Perciò, Noi vediamo in generale che mentre da un lato non si ha alcun ritegno ad accumulare ricchezze, manca dall’altro la rassegnazione d’un tempo nel sopportare quei disagi che sogliono accompagnare la povertà e la miseria; e mentre fra i proletari ed i ricchi già esiste quella lotta accanita che abbiamo detto, ad acuire l’avversione dei non abbienti s’aggiunge il lusso smodato di molti, congiunto a impudente dissolutezza. Al qual proposito non possiamo deplorare abbastanza la cecità di tante donne di ogni età e condizione, le quali, infatuate dall’ambizione di piacere non vedono quanto sia stolta certa foggia di vestire, con cui non solo suscitano la disapprovazione degli onesti, ma, ciò che è più grave, recano offesa a Dio. E in tale abbigliamento — che esse stesse in passato avrebbero respinto con orrore come troppo disdicevole alla modestia cristiana — non si limitano a presentarsi soltanto in pubblico, ma neppure si vergognano di entrare così indecentemente nelle chiese, di assistere alle sacre funzioni e di recare persino alla stessa mensa Eucaristica (nella quale si va a ricevere il divino Autore della purezza) i lenocini delle turpi passioni. Tralasciamo poi di parlare di quei balli esotici e barbari, uno peggiore dell’altro, venuti ora di moda nel gran mondo elegante; non si potrebbe trovare un mezzo più adatto per togliere ogni resto di pudore.” Bento XV, Encíclica Sacra Propediem, § 18 e 19, 6 de Janeiro de 1921.

          

6,5 milhões no altar: não é crime mas é pecado


A modéstia já conheceu melhores dias. De acordo com o Catecismo da Igreja Católica a modéstia seria um dos “doze frutos do Espírito Santo”.


Colhida em 10º lugar só por uma unha negra é que alcança o Top 10. Já São Tomás de Aquino teve de se esforçar para autonomizar a modéstia como virtude, separando-a da temperança, que tendia a consumi-la, procurou dar-lhe uma dimensão interior e não um mero exteriorizar de acções, no domínio da concupiscência e dos prazeres tácteis, as paixões menores segundo o Doctor Angelicus (Summa Theologiae, II-II respostas à quaestio 160, artº 1º, objectio 2).

A imodéstia é hoje um sinal dos tempos, fruto do império do vazio. Dos cruzamentos entre a política e a religião brota facilmente a idolatria. À escala da Lusitânia contemporânea o cruzamento entre o poder autárquico e a religião católica surge betonizado, num brutalismo arquitectónico que representa naturalisticamente os primeiros cidadãos, os empreiteiros e construtores civis, e os seus eleitos.

A Igreja Católica tem, ao longo dos tempos, feito a pedagogia da modéstia, dirigindo-a frequentemente às mulheres. Mas muita dessa pedagogia poderá reflexivamente valer para a Igreja Católica, nem que seja por respeito à flexão de género. Aqui se deixa, com gosto, um exemplo então motivado pela celebração de São Francisco de Assis: “Per la verità, due sono oggi le passioni predominanti in questa incredibile perversità di costumi, l’amore sconfinato delle ricchezze e un’insaziabile sete di piaceri. Da qui la vergogna e il disonore del nostro secolo, il quale, mentre fa continui progressi in ciò che appartiene ai comodi ed ai conforti della vita, per quanto riguarda il dovere di vivere onestamente — il che ben più importa — pare che voglia ritornare a gran passi verso la corruzione del paganesimo. In realtà, quanto più gli uomini perdono di vista i beni eterni che sono loro preparati nei cieli, tanto più sono attratti verso i caduchi; e una volta che si siano vilmente incurvati verso la terra, facilmente si intorpidisce in essi ogni virtù: così che nauseati di tutto ciò che sa di spirituale, non agognano che l’ebbrezza dei volgari piaceri. Perciò, Noi vediamo in generale che mentre da un lato non si ha alcun ritegno ad accumulare ricchezze, manca dall’altro la rassegnazione d’un tempo nel sopportare quei disagi che sogliono accompagnare la povertà e la miseria; e mentre fra i proletari ed i ricchi già esiste quella lotta accanita che abbiamo detto, ad acuire l’avversione dei non abbienti s’aggiunge il lusso smodato di molti, congiunto a impudente dissolutezza. Al qual proposito non possiamo deplorare abbastanza la cecità di tante donne di ogni età e condizione, le quali, infatuate dall’ambizione di piacere non vedono quanto sia stolta certa foggia di vestire, con cui non solo suscitano la disapprovazione degli onesti, ma, ciò che è più grave, recano offesa a Dio. E in tale abbigliamento — che esse stesse in passato avrebbero respinto con orrore come troppo disdicevole alla modestia cristiana — non si limitano a presentarsi soltanto in pubblico, ma neppure si vergognano di entrare così indecentemente nelle chiese, di assistere alle sacre funzioni e di recare persino alla stessa mensa Eucaristica (nella quale si va a ricevere il divino Autore della purezza) i lenocini delle turpi passioni. Tralasciamo poi di parlare di quei balli esotici e barbari, uno peggiore dell’altro, venuti ora di moda nel gran mondo elegante; non si potrebbe trovare un mezzo più adatto per togliere ogni resto di pudore.” Bento XV, Encíclica Sacra Propediem, § 18 e 19, 6 de Janeiro de 1921.